Le seguenti sono considerazioni che avevo fatto dalle mie ricerche su cosa sia la realtà e come la si conosce. Il mio, era il punto di vista "occidentale" forse materiale e politicamente liberale. Non credevo in sostanza che il commercio e lo sfruttamento della natura fosse da condannare. Quindi cominciai a leggere su quei punti di vista forse opposti, forse per fare polemica? Non so...ero veramente interessato a capire gli altri che non la pensavano come me. Oggi, non sono più tanto convinto di quelle mie certezze, quando guardo un altro essere vivente purtroppo comincio a vedere me stesso. La chiamano empatia, e accidenti se ti rende consapevole.
Comunque tutti questi commenti ai libri che ho letto, li metto su questa pagina, forse qualcuno che ha i miei stessi interessi li troverà utili.
"Credere in una realtà materiale?"
Alcune credenze sono necessità psicologiche. Specie dell'Ego razionale. Ma considerarle un aspetto di una realtà transitoria, e per questo per il buddismo inesistente, non mi convinceva. Possiamo considerare parziale ciò che arriva dai nostri sensi. Dipendente cioè dal contesto in cui il soggetto si trova. Ma non si può negare anche che non esiste una realtà vera oltre il soggetto, e ad esso indipendente.
Il buddismo considera tutto ciò che riguarda l'esperienza del soggetto (lutto, dolore, felicità) come ingannevole.
Con la meditazione si vorrebbe trascendere la materia, ad una realtà superiore ai sensi, l'indifferenziato.
La filosofia occidentale, con l'idealismo, dopo la critica di Kant, a cominciato a dubitare della ragione, a causa della realta' relativa in cui i nostri sensi ci obbligano, filtrandola.
Poi, si è proseguito lungo questo percorso, un po sulle orme delle filosofie orientali, pensando che siccome non abbiamo accesso alla realtà, siamo guidati irrazionalmente dai sensi, o volonta' su cui non abbiamo controllo. Non è questo che sosteneva Schopenhauer, o Nietzsche la possibilità di una scelta personale, o libero arbitrio razionale, è illusoria. Ma la sospensione della responsabilità, porta come conseguenza l'ingiustizia. L'assenza di valori, e della morale. Tutto è illusione, da che si era partito solo dal dubitare delle percezioni.
L'individuo se fosse riuscito a liberarsi dei fenomeni privi di intenzionalità sentirebbe l'integrità dell'esperienza. La perdita dell'Io razionale così ci libera dalla schiavitù della caverna platonica.
Pensieri dallo scetticismo radicale in una realtà collettiva che in parte risponda anche a delle leggi fisiche, la scienza.
Oppure, pensieri scettici quelli scientifici che non credono, se non in una realtà autocostruita, una proiezione falsa.
La scienza la chiama prova empirica, soggetta al relativismo della realta', in quanto mutevole.
Dal punto di vista cognitivo, per il buddismo, l'indifferenziato attraverso la negazione dell'Ego vuole conoscere l'atro. Dove soggetto e oggetto, l'altro dal se, si completano. Le identità si affievoliscono, le leggi causa-effetto della ragione, illusorie.
Non esistono identità immutabili, e significato del soggetto in base al contesto. La differenza bandita...
Vuoto e tutto coincidono. Il Vuoto (sunyata) libera dal non senso della vita, prigione del dolore. Parmenide, con il suo principio di non contraddizione infranto. La ragione non può contenere la realtà. Il dualismo occidentale, narcisismo cognitivo, logos possiede antropos.