«La storia ci ha dato ragione, purtroppo. Lo dicevamo da prima che entrasse in vigore: la Fini-Giovanardi avrebbe prodotto solo disastri. Ora i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Millenni di galera, arresti, morti, come Cucchi e Aldrovandi, che in galera non c'è nemmeno arrivato». Alessandro Buccolieri, "Mefisto" per i suoi compagni di lotta, è il portavoce della rete Legge Illegale, che ha sfilato per le strade di Roma. Sono
oltre duecento le associazioni in piazza, impegnate non solo sul
fronte antiproibizionista, ma anche nelle altre lotte per i beni comuni, unite dall'antifascismo e dall'antiliberismo.
«Protestiamo perché vogliamo che il 12 febbraio la Corte Costituzionale sancisca l'illegittimità di questa legge criminogena. Una legge illegittima, anticostituzionale (l'abbiamo chiamata "illegale") che oltretutto è socialmente devastante. È ora di cancellarla e di voltare pagina andando verso politiche nuove, diverse».
Mefisto, leader del movimento antiproibizionista.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato un disegno di legge, «demenziale» secondo Mefisto. «È irricevibile, una proposta indecente, sbagliata nell'impianto. Prevede la possibilità di coltivare quattro piante, ma solo dopo aver ricevuto una concessione governativa e aver pagato una tassa. Una concessione, però, non è un diritto, viene dall'alto e può essere ritirata in qualsiasi momento. Un diritto è universale, di tutti. Qualsiasi governo può decidere, per reperire risorse, di togliere la concessione ai cittadini e affidarla ai monopoli di Stato o alle multinazionali del tabacco. E quindi è un favore alle lobby. E quindi è pericoloso. È un modo per spostare un monopolio che ora è in mano alle narcomafie nelle mani delle multinazionali. Noi siamo per i beni comuni, la cannabis è come l'acqua, un patrimonio dell'umanità, appartiene a noi tutti».
Marco Pannella, storico leader dei Radicali e precursore, negli anni Ottanta, della battaglia antiproibizionista.
È proprio per la sua natura che il movimento non ha voluto condividere la piazza con il Partito Radicale. «Anche oggi abbiamo avuto conferma che il movimento è continuamente attaccato. La polizia, invece di fare il proprio lavoro e garantire il nostro diritto a manifestare, ha difeso quel provocatore di Pannella che assieme ai Radicali ha cercato di appropriarsi della nostra manifestazione, che non è la loro. Quando si costruisce un evento comune significa che si aderisce a una visione del mondo, e la nostra visione del mondo
non è quella liberista, sionista e filoatlantista dei Radicali».