Mi accingo umilmente, o almeno da lettore, a fare una recensione sul libro di diego fusaro riguardo le ragioni dell'identita' italiana.
Bene dico subito che il libro e' a meta' tra filosofia e politica. Si tratta di un inno all'identita' dei popoli e contro la globalizzazione rea di cancellare tali differenze nazionalistiche, portandoci in inclusione neutralizzante. Non mi convince il libro, e non solo perche' sono un liberale, ma anche perche' secondo me l'autore mette sullo stesso piano identita' a livello dell'individuo e identita' a livello di nazione o popolo, unito dal confine...portatore di ogni pregio.
Secondo me se uno vuole andare oltre queste a mio parere farneticazioni, dovrebbe leggere "l'ossessione identitaria" oppure "somiglianze" di Francesco Remotti. Perche' ? Beh secondo la mia opinione l'identita' personale e' favorita non ostacolata dalla globalizzazione, mentre l'identita' di un popolo la disconosce. Detto questo, prendo una frase del suo libro dove in sostanza Fusaro vede nella pubblicita' di united colors, della benetton mi sembra, come e cito "falso multiculturalismo coesite con il monocromatismo assoluto del mercato", io personalmente vedo questa pubblicita' come un manifesto contro il razzismo. Cioe' in fondo dove lui vede diversita', o differenza io ci vedo analogia, somiglianza tra le persone, ed esseri umani.
Come si evince dalla mia citazione in firma io accetto le sue farneticazioni, nel mondo liberale vige la difesa degli gli individui e liberta' di parola. Io dubito che nel suo fascista o comunista che sia avrei la stessa possibilita'.